La news mensile di Comune Facile
È possibile offrire servizi sempre migliori ai cittadini?
Questa è la visione che, a tutti i livelli, deve essere portata nel concreto con una forte collaborazione tra le Pubbliche Amministrazioni – centrali e locali – e le software house private.
Grazie ad una serie di interventi, dettati sia dall’Unione Europea sia dal Dipartimento per l’innovazione e le tecnologie del Governo, negli ultimi anni possiamo finalmente raccontare di una nuova concezione delle pubbliche amministrazioni, completamente rinnovata.
Ma cosa frena le PA dalla completa metamorfosi?
Le sfide per la digitalizzazione dei comuni
Sono due le principali sfide da superare per attuare questa visione:
1 – Le competenze digitali
Nei comuni e nelle Pubbliche Amministrazioni italiane, come in tutte le aziende, il personale è vario: ci sono sia nativi digitali, con elevate competenze tecnologiche, sia dipendenti non abituati all’utilizzo delle nuove tecnologie.
È importante far conoscere al personale i vantaggi che le innovazioni tecnologiche riescono a portare all’interno di un ambiente di lavoro come quello del comune: maggiore velocità, maggiore efficienza e più fiducia da parte dei cittadini.
Non è un percorso facile, per questo aiuta l’essere guidati dalle persone giuste che possano fare in modo che la digitalizzazione diventi realtà.
2 – Gli investimenti nella digitalizzazione
Quello della tecnologia non può essere definito un costo ma un vero e proprio investimento verso il futuro della PA.
Negli ultimi anni gli investimenti nell’innovazione tecnologica sono aumentati, soprattutto per la spesa in software e computer.
Troppo poca, però, è ancora una volta l’attenzione alla formazione: la pandemia ha dato uno slancio agli acquisti per lo smart-working – piattaforme di collaborazione, modalità di accesso della cittadinanza a servizi disponibili online, documenti e dati in server online – ma ancora non basta.
Gli obiettivi sono confluiti nel progetto Repubblica Digitale del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale.
Come si legge dal sito “Repubblica Digitale è l’iniziativa strategica nazionale, promossa dal Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale e coordinata dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio, che ha l’obiettivo di ridurre il divario digitale e promuovere l’educazione sulle tecnologie del futuro, supportando il processo di sviluppo del Paese”.
I 3 pilastri della digitalizzazione
I traguardi sono ambiziosi e pongono l’Italia in una posizione di avanguardia, non solo per le innovazioni tecnologiche di cui si sta dotando, ma soprattutto perché non vuole lasciare indietro nessuno.
Tutti devono essere inclusi in questo processo: dai nativi digitali a coloro che sono poco avvezzi alla tecnologia.
Il manifesto del progetto prevede tre pilastri:
- Educazione al digitale: cultura informatica e competenze digitali sono requisiti essenziali della cittadinanza.
- Digitale etico, umano e non discriminatorio: il digitale può diventare uno spazio di eguaglianza e di sviluppo delle comunità e degli individui.
- Cittadinanza digitale: il digitale progettato ponendo attenzione ai diritti dei cittadini può diventare la lingua comune nel dialogo tra cittadini, amministrazioni pubbliche e imprese.
Se davvero vogliamo fare la rivoluzione digitale, il compito degli enti locali e centrali sarà quello di mettere a disposizione informazioni, materiali e servizi accessibili a tutti!
La rivoluzione digitale
Come fare tutto questo?
Con formazione adeguata e una chiara visione del futuro, non perdendo le occasioni proposte e, soprattutto, lasciandosi guidare da specialisti del settore. Il futuro è dietro l’angolo: se il fondo innovazione ha messo in moto buona parte dei comuni, ora non si deve mancare all’appuntamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Vuoi rimanere sempre aggiornato sulle news per le Pubbliche Amministrazioni? Segui Comune Facile sui social.
Nel prossimo articolo approfondiremo le misure del PNRR per i Comuni.